Se ti interessi di fotografia avrai sicuramente sentito parlare di effetto bokeh.
E magari ti piacerebbe capire come ottenerlo anche quando utilizzi lo smartphone.
Del resto imparare qualcosa di nuovo è sempre straordinario perché dopo puoi gustarti la soddisfazione di migliorare giorno per giorno.
L’effetto bokeh o effetto sfocato (questa volta per rendere le cose meno facili è stato utilizzato addirittura il giapponese) consiste nel mantenere fuori fuoco alcune zone dell’inquadratura in modo da ottenere particolari effetti estetici.
L’effetto Bokeh è stato il secondo aspetto tecnico di fotografia che ho imparato.
Il primo fu regolare il tempo di esposizione per creare l’effetto mosso.
Ricordo che passavo pomeriggi interi a convincere il mio amico Stefano a posare per me sul ciglio della strada, intimandogli di rimanere “fermo” tutte le volte che passava una macchina dietro di lui.
Abitavamo in piena periferia e di macchine ne passavano poche.
Volevo che nella foto venisse Stefano fermo e la macchina dietro con la scia.
Ad ogni rullino diventavo più bravo (ebbene sì, non sono un nativo digitale) e vedere le mie foto venire come me l’ero immaginate era la più grande soddisfazione che mi potesse capitare.
Ricordo che non pensavo quasi ad altro.
E così, dopo aver scoperto l’effetto bokeh oltre all’effetto mosso, la mia gioia più grande fu quella di avere un obiettivo in più da poter raggiungere, un modo in più per rendere migliori le mie fotografie.
Cosa mi ha spinto ad imparare l’effetto bokeh?
Dietro c’è la storia di una festa di comunione e di una delusione nei confronti di un fotografo più bravo di me, che ti racconto tra un po’.
Sei pronto?
Cominciamo
Perché è importante conoscere l’effetto bokeh
Imparare l’effetto bokeh ti farà avere un controllo dello sfocato sul risultato finale che prima non avevi, e questo non può che essere un importante motivo.
L’altra ragione è che lo sfocato ha una funzione “sottrattiva” perché, se è vero che serve ad esaltare il soggetto, è altrettanto vero che per fare questo toglie significato allo sfondo. E ci sono parti dell’inquadratura che a volte è meglio non far vedere.
Come scegliere cosa far vedere e cosa nascondere?
E’ una questione di “gusto”, e quindi soggettiva.
Ti riporto un estratto dal libro “Scrivere bene” di William Zinsser:
…il gusto è una qualità talmente intangibile che a malapena può essere definito. Ma lo riconosciamo subito quando lo incontriamo. […] Per gli scrittori, come per tutti gli altri artisti, la componente maggiore del gusto consiste nel sapere cosa non bisogna fare. […] Un pittore che ha gusto si affida ai propri occhi per sapere cosa è giusto mettere sulla tela e cosa no, mentre un pittore privo di gusto ci offre un paesaggio troppo grazioso, troppo caotico o troppo vistoso – troppo in ogni caso.
William Zinsser da “Scrivere Bene”
Ed è stato proprio un qualcosa “di troppo” a fare la differenza nelle foto che scattai alla prima comunione di Federico.
In quel periodo, ogni domenica c’era qualcuno della mia classe da festeggiare – eravamo tutti della stessa età e quello era l’anno delle nostre prime comunioni.
La settimana successiva sarebbe toccato a me.
“Lasciate passare i fotografi”, gridò la zia di Federico, aprendo un varco per me e mio padre nel muro degli invitati che animavano quel pranzo in piedi all’aperto, un po’ all’americana.
A quell’epoca mio padre era uno dei pochi della nostra cerchia di parenti e amici ad avere una macchina fotografica e per quell’occasione venne assunto a fotografo ufficiale.
Io aiutavo portando la borsa con gli obiettivi, il flash e il treppiedi.
Come al solito, mi avrebbe concesso di fare qualche scatto : alcune di quelle fotografie (le migliori) sarebbero andate a finire nell’album della famiglia di Federico e mi sarebbe tanto piaciuto che tra quelle ce ne fosse qualcuna scattata da me.
La giornata di maggio era calda e luminosa e ogni tanto gli odori dalla griglia interrompevano il profumo degli alberi in primavera, in base a come tirava il vento.
Come previsto arrivò il momento della torta e della foto con i parenti più stretti.
Quella foto sarebbe di sicuro andata nell’album di famiglia insieme a quella in cui Federico, con le mani congiunte in preghiera e la lingua bene in vista, ingerisce per la prima volta il corpo di Cristo.
La foto della torta sarebbe stata la seconda icona fotografica di quel giorno memorabile.
Prima che si disperdessero i parenti strappai letteralmente la macchina fotografica a mio padre, urlai di rimanere in posa e scattai anch’io due fotografie.
Come erano venute le fotografie di quella giornata? Quali sarebbero state scelte per finire nell’album? Ce ne sarebbe stata una mia? Quella della torta?
E mica si poteva sapere subito, bisognava aspettare lo sviluppo del rullino.
Vedemmo le foto, i genitori di Federico scelsero quelle da inserire nell’album : nessuna di queste era la mia. Neanche quella della torta. Grande delusione.
Perché fu scelta la foto della torta che aveva fatto mio padre?
A fare da sfondo dietro Federico, i genitori e la torta, c’era il brutto recinto in ferro che delimitava il giardino, attraverso cui si intravedevano anonimi palazzi di periferia.
Mio padre aveva sfocato quello sfondo brutto, io no. Perché ancora non sapevo che si potesse fare di proposito.
Nella mia fotografia Federico e i genitori rimanevano confusi su quello sfondo inutile, in quella di mio padre erano valorizzati dal fatto di essere gli unici elementi a fuoco dell’inquadratura.
La domanda mi venne spontanea : “Papà, ma come si fa?”.
La risposta fu chiara : “Devi tenere il diaframma tutto aperto”.
Ad averlo saputo prima, pensai.
Come i tempi di esposizione lunghi mi permettevano di far venire la scia dei soggetti in movimento, tenere il diaframma aperto mi avrebbe permesso di far venire sfocato lo sfondo.
Avevo un altro modo per poter dimostrare che stavo diventando bravo a fare fotografie.
Povero Stefano, oltre ad obbligarlo a stare fermo ad aspettare una macchina, adesso gli avrei chiesto di mettersi in posa chissà dove per provare la mia nuova conquista fotografica.
E io già non vedevo l’ora…
Come ottenere l’effetto bokeh per le tue fotografie
L’apertura del diaframma non è però l’unico modo con cui ottenere lo sfocato.
I fattori attraverso cui si può ottenere l’effetto bokeh sono infatti :
- apertura del diaframma;
- lunghezza focale;
- distanza tra la macchina fotografica e il soggetto;
- distanza tra il soggetto e lo sfondo.
Vediamoli uno alla volta.
L’apertura del diaframma e l’effetto bokeh
Quando scattai la foto della torta alla comunione di Federico, sapevo solo fare ragionamenti sui tempi di esposizione.
In quel caso i soggetti erano in posa e 1/125 di secondo mi sembrava un tempo ragionevole.
La scena era molto luminosa e l’esposimetro mi consigliò un diaframma piuttosto chiuso, da cui la grande profondità di campo e il brutto sfondo rimasto perfettamente a fuoco.
Mio padre, che sapeva controllare l’effetto bokeh, scelse invece in funzione del diaframma : lo lasciò completamente aperto e compensò l’esposizione con un tempo inferiore al mio (1/500 di secondo).
Così lo sfondo venne sfocato, e la sua foto finì nell’album di famiglia di Federico al posto di una delle mie.
Nel post sulla profondità di campo abbiamo approfondito questi aspetti anche con degli esercizi pratici.
Nell’articolo sul il triangolo dell’esposizione, abbiamo invece visto come compensare un diaframma aperto attraverso i tempi di esposizione e gli ISO.

La lunghezza focale e l’effetto bokeh
Un altro aspetto che influisce sullo sfocato è la lunghezza focale dell’obiettivo.
Maggiore è la lunghezza focale, maggiore sarà la possibilità di ottenere l’effetto bokeh.
Lunghezze focali superiori ai 70mm consentono di ottenere con facilità lo sfocato. Questo non vuol dire che agendo sugli altri fattori non sia possibile ottenere l’effetto bokeh anche con lunghezze focali grandangolari.
Molto dipende dalla distanza tra noi e il soggetto e tra il soggetto e lo sfondo che vogliamo sfocare.
Quest’ultimo aspetto è molto significativo .
La distanza tra macchina fotografica e soggetto
Più siamo vicini al soggetto che vogliamo mantenere nitido e più sara facile ottenere l’effetto bokeh. Questo fattore, più quello che vedremo in seguito, consente di compensare i limiti della nostra attrezzatura.
La distanza tra il soggetto e lo sfondo
E’ intuitivo che maggiore è la distanza tra il soggetto e lo sfondo, maggiori saranno le possibilità di mantenerli su due piani di messa a fuoco separati.

Come si vede dalla foto ripresa dal post sulla profondità di campo, sono riuscito a sfocare uno sfondo con un obiettivo con lunghezza focale da 28 mm (quindi non ideale) proprio perché lo sfondo (gli alberi) si trovava a diverse decine di metri dal soggetto (la Nikon F3).
In aggiunta, io ero molto vicino al soggetto in primo piano.
Grazie alle considerazioni sulle distanze tra soggetto e sfondo sono riuscito ad ottenere lo sfocato anche con una lunghezza focale non elevata.
Come realizzare l’effetto bokeh con lo smartphone : Snapseed
Gli smartphone non consentono la regolazione dell’apertura del diaframma e possiedono un’unica lunghezza focale che di solito si aggira attorno ai 28mm (equivalenti).
Sembrerebbe quasi impossibile ottenere lo sfocato utilizzando uno smartphone e in effetti era così fino a quando non sono stati realizzati i primi :
- Smartphone con più di una lente ;
- applicazioni di post produzione.
Per ottenere l’effetto bokeh, gli smartphone con più di una lente prima di tutto devono riconoscere qual è il primo piano e quale lo sfondo. Poi scatteranno due foto e nel risultato finale lo sfondo sarà sfocato e il primo piano verrà mantenuto nitido.
Io non so se tu possiedi uno smartphone multi obiettivo quindi ti segnalo un’applicazione attraverso cui potrai procedere in autonomia alla realizzazione dell’effetto bokeh.
In realtà ne esistono tante, ma ti consiglio Snapseed perché è gratuita, è di Google e perché è sia per IOS che per Android (cioè, iPhone e resto del mondo). E poi perché ha tantissime altre funzioni.
Confido nelle tue capacità di scaricare e installare l’applicazione.
Devi fare pratica con una fotografia con elevata profondità di campo, cioè tutta a fuoco.
Una volta entrato nell’applicazione seleziona il tasto APRI per scegliere o scattare una foto e poi clicca sul pulsante STRUMENTI che trovi in basso :
Cerca la funzione Sfocatura obiettivo :
Avrai adesso la possibilità di scegliere tra due tipi di sfocatura, ellittica e lineare, che compariranno alternativamente premendo il pulsante evidenziato in basso :
(Se nella sfocatura lineare non vedi subito le tre fasce prova prova a toccare lo schermo con due dita chiudendole verso l’interno, come quando vuoi diminuire l’ingrandimento di una fotografia).
Nelle due rappresentazioni, quella ellittica e quella lineare, puoi controllare tre zone :
- nitida, che rimarrà perfettamente a fuoco;
- sfocata, che è quella che verrà sfocata;
- di transizione, che collega in modo proporzionale le due zone precedenti.
Puoi regolare la posizione e l’ampiezza della zona nitida agendo con le dita direttamente sulla fotografia.
L’ampiezza della zona di transizione e l’intensità dell’area sfocata possono essere invece modificate tramite il menù evidenziato in basso nella foto seguente :
Scorri con le dita in orizzontale per modificare i valori (in alto si muoverà la barra blu delle relative intensità).
L’intensità vignettatura è un effetto che scurisce i bordi partendo dagli angoli, se vuoi utilizzarlo fai pure ma non è lui che ci interessa.
Bene, adesso che conosci tutti gli strumenti, ti faccio vedere due applicazioni dell’effetto bokeh alla foto dell’esempio.
Snapseed : sfocatura obiettivo lineare
Ho due obiettivi : far risaltare il mendicante che dorme sulla destra e far vedere meno il palazzo sullo sfondo a destra, che è un po’ bruttino, un po’ come lo era il cancello sullo sfondo della foto della torta della comunione di Federico.
Allora faccio in modo che la zona nitida finisca in corrispondenza della fine dell’area occupata dalle piante :
Scelgo una zona di transizione molto “sottile” :
La posizione del pallino blu, che indica il centro della regolazione, ti fa capire che stiamo lavorando solo con la parte superiore della regolazione.
Ho scelto una sfocatura molto tenue per far apparire il tutto più naturale possibile.
Ecco la foto originale e quella con sfocatura lineare a confronto :
Occhio a non esagerare con l’intensità della sfocatura altrimenti “si vede il trucco”, e comunque è una questione di gusto.
Il palazzo dietro non è certamente sparito ma ha perso di importanza, in presenza di zone sfocate e zone nitide l’occhio tende a fermarsi su queste ultime.
Snapseed : sfocatura obiettivo ellittica
Hai notato che la linea curva che delimita la seduta su cui sta dormendo l’uomo con la maglia rossa ricorda un’ellisse?
Cosa ne dici di provare a lasciare nitida solo quella zona?
Presto fatto, applichiamo la sfocatura ellittica.
Ho dato quella forma e quell’inclinazione agendo con le dita direttamente sul cerchio di regolazione iniziale. Questa volta anche la zona delle piante è sfocata.
Il risultato ottenuto non è raggiungibile con nessun tipo di ottica, è pura post-produzione.
Mettiamo a confronto le due sfocature :
Per la sua maggiore naturalezza, io preferisco quella lineare.
Conclusioni
In questo lungo articolo abbiamo visto :
- perché è importante conoscere l’effetto bokeh;
- quali sono i fattori con cui è possibile controllarlo :
- l’apertura del diaframma;
- la lunghezza focale dell’obiettivo utilizzato;
- la distanza tra la macchina fotografica e il soggetto;
- la distanza tra il soggetto e lo sfondo.
- Snapseed e la funzione sfocatura obiettivo : un metodo per ottenere l’effetto bokeh anche sullo smartphone.
Ma più di tutto, hai scoperto qualcosa che prima non sapevi, un aspetto in più per fare la differenza nel tuo modo di fare fotografie.
Quando inizierai anche tu a mettere in pratica quanto hai imparato sull’effetto bokeh?
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