E’ sempre impegnativo iniziare a seguire un corso di fotografia.
Ancora più impegnativo è portarlo a termine.
Abbiamo la sensazione di non avere abbastanza tempo e, quando magari decidiamo di iniziare, rimaniamo confusi da tutte quelle regole da dover imparare a memoria prima di poter fare i nostri primi scatti.
Ma esiste un metodo che ti offre l’opportunità di imparare le regole basilari della fotografia partendo dalla pratica, in modo da toccare con mano subito i tuoi progressi e continuare ad imparare sempre con maggiore entusiasmo.
Devi sapere che il nostro cervello tende a ricordare il 65% delle informazioni che ha visto, solo il 20% di quelle che ha letto e appena il 10% di quelle che ha ascoltato.
L’attenzione per le immagini diventa sempre più importante.
E tutti noi oggi siamo produttori di immagini.
È fondamentale quindi iniziare a conoscere il funzionamento di una macchina fotografica (smartphone o reflex che sia) e imparare le basi della tecnica.
Cosa ne dici di essere tra i pochi che fanno quel piccolo passo verso il miglioramento del proprio modo di fotografare?
Avresti a disposizione un vantaggio su tutte le altre persone che, al contrario, credono che per fare una fotografia non sia necessario pensare ma limitarsi a scattare.
E fidarsi di quello che produrrà la loro sempre più evoluta macchina fotografica…
In questo post vedremo :
- l’importanza di capire e superare gli automatismi per allargare la propria capacità creativa;
- un nuovo metodo per imparare la fotografia partendo dalla pratica;
- un sistema per controllare il risultato finale sulla tua fotografia attraverso degli esercizi;
- un esempio pratico di applicazione.
Sei pronto?
Si comincia…
Perché fare un corso di fotografia : l’importanza di approfondire
Io credo che devi essere un perfetto tecnico per esprimere te stesso come vuoi. Allora puoi scordarti della tecnica. – André Kertész, 1977 –
Mi piaceva prendere in prestito l’incipit da un libro di fotografia che è stato molto importante per me : “FOTOGRAFIA, teoria e pratica della reflex” di Giulio Forti.
Credo che “il Forti” sia stato importante anche per molte altre persone.
Il concetto espresso nella frase di Kertész è tanto semplice quanto importante e non trova applicazione solo nella fotografia.
Pensa ad esempio a quello che avviene con la pratica sportiva.
Non solo i professionisti ma chiunque raggiunga un minimo di dimestichezza in uno sport, dopo un po’ si accorge che i movimenti “vengono da soli” e non c’è più bisogno di pensare alla tecnica.
Nel rapporto con la tecnica fotografica è molto importante avere consapevolezza del funzionamento degli automatismi messi a disposizione dalle macchine fotografiche.
Voglio citarti ancora un altro estratto dal Forti :
Senza esperienza, nessuno sarà capace di volgere a proprio vantaggio nessuna delle diavolerie tecnologiche che i fabbricanti hanno saputo mettere a punto e che alcuni, male informati o pigri mentali, ritengono sufficienti a risolvere ogni problema. La tecnologia della complessità, infatti, forse può essere utile agli esperti, ma di certo non aiuta la gente comune. Chi non vuole approfondire ha bisogno di un apparecchio che non gli proponga troppe alternative : non c’è nulla di peggio che dover scegliere tra opzioni di cui non si conosce il senso.
Quest’ultima frase sembra il motto di chi progetta le fotocamere degli smartphone.
La maggior parte degli utenti vuole sempre avere una macchina fotografica a portata di mano e non ha interesse ad approfondire il suo funzionamento. Allora non devo mettergli a disposizione troppe scelte, perchè altrimenti non ne capirebbe il senso.
Oggi viviamo in un tempo in cui non sono solo i fabbricanti di macchine fotografiche a mettere a punto diavolerie che soddisfano l’atteggiamento comune a non voler approfondire.
Esiste una diffusa tendenza a rimanere sulla superficie delle cose a patto che queste cose diventino per noi irrinunciabili.
Prendiamo questa cosa come un dato di fatto e cerchiamo di trarne un vantaggio : se saremo noi ad approfondire in una determinata disciplina potremo godere del fatto di diventare migliori della maggior parte delle persone che si dedicano a quella stessa disciplina.
Sei pronto ad applicare questo concetto alla fotografia?
Migliorare ti permetterà non solo di fare foto di giorno in giorno più belle, ma anche di trovare nella fotografia una passione in cui riuscirti a realizzare. Una di quelle cose che ti fa alzare dal letto la mattina.
Conoscere gli automatismi per raggiungere la libertà creativa
Tutti i processi di automazione tolgono al fotografo la possibilità di avere controllo sullo scatto : quello che ci proponiamo adesso e di capire queste dinamiche per riappropriarsi di nuovo di alcuni strumenti della tecnica che consentono di aumentare la nostra capacità espressiva.
Semplifichiamo il tutto dal punto di vista logico.
Partiamo proprio dal processo fotografico:
Questo vale sia per la fotografia analogica che per la fotografia digitale.
Quindi alla base del processo fotografico ci sono 4 fattori :
- la quantità di luce;
- il tempo;
- la superficie fotosensibile;
- la lente.
Una macchina fotografica possiede delle regolazioni attraverso cui è possibile modificare ognuno di questi fattori, ed ognuna di queste regolazioni provoca un effetto sulla foto finale.
Ho cercato di sintetizzare tutto in questo schema :
Adesso chiediamoci : che cos’è un automatismo?
Un automatismo rappresenta una regolazione che altrimenti avresti dovuto eseguire manualmente.
Ma abbiamo visto che le regolazioni hanno degli effetti sulla foto finale e quindi, un automatismo ha un effetto sulla foto finale.
Molto spesso tendiamo a dimenticarci di quest’ultimo aspetto, per pigrizia o per cattiva informazione (parafrasando il Forti…).
La regolazione scelta dell’automatismo e il conseguente effetto sulla foto sono quelli che l’automatismo stesso ha reputato i migliori possibili in quel momento : ma non è stata una tua scelta.
Impareremo le basi della tecnica fotografica partendo proprio dallo scattare eliminando gli automatismi, ma prima di entrare nel vivo del metodo, vediamo ancora quali sono i modi per poter insegnare fotografia.
Come fare un corso di fotografia : i due metodi di insegnamento
Un corso tradizionale con il metodo deduttivo
Spesso prendiamo per buone delle cose solo perché sono sempre state così come siamo abituati a vederle.
Ad esempio, se immaginiamo di partecipare ad una lezione su un qualsiasi argomento, ci aspettiamo che ci sia qualcuno dietro una cattedra pronto ad insegnarci una serie di regole da rispettare.
Avremo imparato la lezione quando sapremo a memoria quelle regole. Il fatto di essere davvero in grado di applicarle è di secondaria importanza. Si dedica di solito circa l’80% del tempo allo studio delle regole e il 20% alla loro applicazione.
Un tipo di insegnamento di questo tipo si basa sul metodo definito deduttivo : si parte dall’universale (le regole) per arrivare al particolare (l’applicazione ad uno specifico caso).
Questo modo di insegnamento è tipico delle nazioni latine dell’europa (Italia, Francia, Spagna, Portogallo), di quelle germaniche (germania, Austria) e dell’america latina.
Per fare un esempio, quando si insegna una lingua, vengono prima spiegate le regole della grammatica e poi si passa alla loro applicazione pratica.
Noi siamo abituati a questo tipo di approccio, ma non è detto che sia l’unico possibile. Vediamone un altro, meno diffuso in Italia.
Un corso diverso dal solito con il metodo induttivo
Il metodo induttivo prevede che si si parta dal particolare (l’applicazione a casi specifici) per arrivare all’universale (le regole).
Questo metodo è tipico delle nazioni anglosassoni.
Questo tipo di approccio dedica di solito circa l’80% del tempo all’applicazione pratica e il 20% allo studio della teoria e delle regole.
Torniamo all’esempio dell’insegnamento di una lingua.
Un insegnante che insegni una lingua con il metodo induttivo, già dalla prima lezione inizierà a parlare ai suoi allievi nell’idioma da imparare. E loro non capiranno nulla.
Ma un po’ alla volta inizieranno a capire qualcosa, poi a parlare mettendo in fila poche parole in modo casuale.
Dopo, con l’aiuto dell’insegnante, inizieranno a comporre frasi di cui non comprenderanno ancora la struttura. Ma nelle loro teste si sarà creato un quadro grammaticale concettuale.
Quando alla fine l’insegnante inizierà a spiegare la grammatica, negli allievi avverrà una specie di riconoscimento inconscio di regole che sono già in grado di applicare.
Avrai già capito che il metodo che abbiamo scelto per insegnare le basi della fotografia è quello induttivo, che mette la pratica al primo posto.
Questo per due motivi :
- la facilità con cui oggi è possibile scattare fotografie favorisce questo tipo di approccio;
iniziare dalla pratica rende il tutto più dinamico e ti dà subito la percezione dei miglioramenti raggiunti. - La consapevolezza del miglioramento è il miglior strumento di motivazione che ci possa essere.
Qual è l’obiettivo di chi vuole imparare la fotografia?
Chi vuole imparare una lingua si sentirà soddisfatto quando inizierà a pronunciare le sue prime frasi e a capire i discorsi fatti nella lingua che sta imparando.
Ma quali sono gli obiettivi di chi decide di approfondire la fotografia?
Iniziare a fare foto più belle?
Avere più like sui social?
Guadagnare dei soldi?
Qualunque sia il tuo obiettivo, crediamo che la crescita in fotografia sia un percorso molto personale, che per essere intrapreso ha bisogno di un minimo di preparazione tecnica.
Le nozioni da imparare non vanno oltre quelle fondamentali contenute nel libretto di istruzioni della tua macchina fotografica, che spesso viene trascurato.
Trovo inutili e a volte dannose le lunghe disquisizioni tecniche, perché distolgono l’attenzione da aspetti più importanti da tener presenti quando si fa fotografia. La tecnica è un qualcosa con cui prendere dimestichezza il più in fretta possibile, senza rimanerne intrappolati.
Gran parte delle domande di tecnica fotografica fatte sui forum di fotografia trovano le loro migliori risposte nei manuali di istruzioni delle macchine fotografiche. Condividi il TweetEcco : questo mini corso si propone di fornirti le basi necessarie a comprendere il funzionamento della macchina fotografica e di come tu possa attraverso le sue regolazioni modificare il risultato della fotografia.
L’obiettivo sarà sentirsi capace di modificare aspetti dell’immagine finale che oggi non riesci a controllare.
Esercizi di base di fotografia : il flusso di lavoro e un esempio pratico
A questo punto vediamo quali sono i passi per imparare i concetti fondamentali della fotografia dando priorità alla pratica.
Il flusso di lavoro sarà questo :
- scegli l’effetto sulla foto finale che vuoi controllare e la regolazione corrispondente.
Ad esempio, se vuoi controllare che i soggetti risultino mossi o meno nell’immagine finale dovrai agire sulla regolazione del tempo di esposizione. - scatta variando la regolazione individuata partendo dai valori indicati dal modo automatico.
La prima foto falla in automatico : così capirai quali possibilità regali alla tua capacità espressiva con le regolazioni successive (che probabilmente non avresti fatto mai…). - osserva i risultati. Il tuo cervello inizierà a legare in modo inconscio le regolazioni utilizzate ai risultati ottenuti.
Regolerai la macchina fotografica facendo in modo di produrre sia soggetti mossi che fermi.
Ripeti tante volte, per tanti soggetti, i tre passaggi dello schema.
Le regole
sono lì, in mezzo a tutto :
non ti ho chiesto di applicarle
anche perchè non te le ho neanche spiegate.
Ma le capirai
scattando fotografie.
E dopo aver finito un ciclo di esercizi, studieremo la teoria che c’è dietro la regolazione che ti sei divertito a variare. La teoria risponderà ai perché di un fatto che abbiamo già visto accadere e sarà interessante venirne a conoscenza.
Vediamo nel dettaglio questi tre passaggi ed applichiamoli ad un caso specifico.
Scegliere cosa controllare : effetto / regolazione
Una volta scelto l’aspetto della foto che vogliamo controllare, è necessario sapere su quale regolazione dobbiamo agire.
La corrispondenza effetti / regolazioni era compreso nella tabella “Regolazioni & effetti sulla foto” che abbiamo visto prima.
Ecco un estratto :
Come esempio, diciamo che vogliamo controllare se i soggetti sono fermi o mossi nella nostra fotografia : la regolazione su cui dovremo agire sarà il tempo si esposizione.
L’attrezzatura fotografica
Per fare gli esercizi che vedremo tra un po’, sarà necessario scattare sia in automatico che in manuale.
Scattare in automatico? Ma non dovevamo esercitarci a regolare in manuale la nostra macchina fotografica? Tranquillo, ti spiego tra un po’…
Adesso vediamo quale attrezzatura permette queste regolazioni.
Facciamo una premessa : in generale gli smartphone non consentono regolazioni manuali dirette di questi aspetti della fotografia.
E’ possibile farlo tramite delle APP che sfortunatamente sono a pagamento. Ma si tratta di spendere intorno ai 5€, e credo che la spesa giustifichi davvero il vantaggio che ne deriverà.
Non ti farò una lista delle APP disponibili per i vari sistemi operativi, anche perchè altrimenti questo post diverrebbe obsoleto nel giro di pochi mesi.
Ma puoi cercare su Google : “app per regolazione manuale fotocamera smartphone”, ancora meglio se sostituisci alla parola smartphone le parole iphone, android, ecc., in funzione del telefono che hai a disposizione.
Per quanto riguarda altri tipi di macchine fotografiche, a meno che non si tratti di compatte di fascia molto bassa, dovresti avere la possibilità di scatto manuale indicata (di solito, ma controlla il tuo libretto di istruzioni) con la lettera M.
La possibilità di scattare in automatico, è messa a disposizione da tutti gli smartphone e da tutte le macchine fotografiche.
Non mi sogno nemmeno di fare una lista di come poter selezionare la modalità automatica sulle varie tipologie e marche di macchine fotografiche, ma ti do un consiglio : cerca sul libretto di istruzioni. Per alcuni apparecchi magari sarà online oppure contenuto nello stesso menu del dispositivo, ma inizia a cercare lì le tue risposte.
Di solito, il modo automatico è indicato dalle lettere P o A sulla ghiera (o nel menù) dei modi di scatto, ma controlla comunque.
Prima abbiamo evidenziato l’importanza di capire gli automatismi presenti nelle nostre macchine fotografiche (reflex, mirrorless o smartphone che siano) per avere maggior controllo sui nostri scatti.
Ebbene, vedrai che sarà proprio da lì che partiremo.
Il soggetto e le condizioni di scatto
Per ognuna delle regolazioni che dovrai variare sarà necessario definire quelle che sono le condizioni di scatto.
Nel caso del parametro che abbiamo scelto come esempio, per variare il tempo di esposizione e vedere come questo influenzi i soggetti, dovrai scegliere una scena in cui ci siano soggetti in movimento rapido.
Potrebbe essere ad esempio una strada su cui stanno passando delle macchine oppure una scena sportiva, tipo persone che corrono o giocano a pallone. (Se fotografi persone considera sempre l’aspetto privacy, come descritto in un paragrafo di questo post sulla Street Photography).
La scena dovrà essere ben illuminata.
Scatta in automatico
Voglio che la prima foto la scatti in automatico : gli smartphone normalmente scattano in automatico, sulle altre macchine fotografiche dovrai selezionare la modalità automatica.
Segna i valori di ISO, tempo e diaframma scelti dalla macchina fotografica.
Se usi una macchina fotografica questi valori sono disponibili come informazioni nella visualizzazione delle foto; per gli smartphone ti consiglio di utilizzare Google Foto che è gratis.
Vediamo un esempio:




Come vedi, niente di più semplice come soggetto : mi sono affacciato alla finestra e ho fatto una foto alle macchine che passavano.
Ricorda : ci interessa trovare soggetti in movimento per esercitare il controllo sul tempo di esposizione, non dobbiamo cercare soggetti interessanti ma solo soggetti che si muovono e ben illuminati.
La macchina ha scelto questa regolazione :
tempo di esposizione t : 1/500 s . Vuol dire che la luce è stata impressa sulla superficie fotosensibile per 1/500 di secondo.
apertura del diaframma : f/5,6. Rappresenta una misura della quantità di luce che è passata durante lo scatto.
ISO : 200 è il valore della sensibilità della pellicola.
Osservazioni
La foto come la vediamo è quella che piaceva di più al nostro automatismo (abbiamo scattato completamente in automatico). La luminosità complessiva della scena è molto fedele a quella che avevo davanti agli occhi.
I soggetti, seppure in movimento, appaiono fermi. L’automatismo ha deciso di farli venire fermi.
Varia il parametro scelto diminuendo il suo valore
Adesso proviamo a diminuire solo il tempo di esposizione, tenendo fermi gli altri parametri.




Ho diminuito il tempo di esposizione da 1/500 di secondo a 1/1250 di secondo.
Osservazioni
Dal punto di vista di quello che vogliamo controllare, e cioè il fatto che i soggetti siano fermi o mossi, ti direi che percettibilmente non è cambiato nulla. Chiaramente ho fotografato altre macchine, ma la loro velocità era pressoché la stessa di quelle della prima foto.
Notiamo però che la foto è più scura : ci portiamo a casa l’osservazione che diminuire il tempo di esposizione rende meno luminosa la scena.
A dire il vero la luce della prima foto era più fedele a quella che era presente in effetti sulla scena.
Ma la seconda foto è ancora accettabile, non la definirei sottoesposta e quindi la scelta di “abbassare” un po’ la luce potrebbe anche essere intenzionale. Ora sappiamo che lo possiamo fare diminuendo il tempo di esposizione.
Varia il parametro scelto aumentando il suo valore
Adesso vediamo una foto in cui abbiamo aumentato il tempo di esposizione :




In questa foto abbiamo alzato di dieci volte il valore del tempo di esposizione rispetto alla fotografia scattata prima : da 1/1250 di secondo abbiamo scattato a 1/125 di secondo.
Ma i soggetti sembrano ancora fermi. Alziamolo allora ancora un po’…




Osservazioni
Ecco qui : la macchina in primo piano è venuta mossa. Allora è vero che questa regolazione agisce sul fatto di ritrarre i soggetti fermi o mossi, va solo trovato il valore limite in cui questo avviene. Questo valore non è sempre lo stesso ma dipende da tanti fattori, primo tra tutti la velocità dei soggetti.
Se le macchine fossero andate più veloci (magari se avessi scattato dal bordo di un’autostrada) è possibile che già a 1/125 di secondo avrei visto le automobili “lasciare la scia“.
Ma notiamo anche un’altra cosa : è aumentata la luce della scena.
Abbiamo capito un’altra cosa : il tempo di esposizione non solo ha effetto sulla dinamica dei soggetti (fermi o mossi) ma anche sulla luminosità della scena.
Se diminuisco il tempo di esposizione tolgo luce, se aumento il tempo di esposizione aumento la luce. Molto interessante.
In realtà questa è una caratteristica comune alle tre regolazioni.
Infatti anche l’apertura del diaframma, oltre ad influire sulla profondità di campo, ha effetto sulla luminosità.
Il valore degli ISO, infine, non influisce solo sulla grana della foto ma anche sulla luminosità.
Si potrebbe quasi dire che le tre regolazioni hanno effetto prima di tutto sulla luce e che i soggetti fermi o mossi, la profondità di campo e la grana siano solo degli effetti collaterali.
Ma per capire il loro funzionamento è più logico procedere come stiamo facendo noi.
Infatti adesso cosa facciamo? Per compensare la troppa luce dell’ultima foto (che è in effetti un bel po’ sovraesposta) e mantenere però l’effetto della scia della macchina, possiamo agire sull’apertura del diaframma per scurirla fino ad un valore accettabile.
Varia il parametro scelto e compensa con uno degli altri due
Teniamo quindi fissi gli ISO a 200, il tempo di esposizione a 1/30 di secondo (che è il valore che ci permette di avere l’effetto scia della macchina) e variamo l’apertura del diaframma :




Osservazioni
Perfetto : la luce della scena è praticamente quella dello scatto in automatico ma la macchina è venuta mossa.
Il nostro automatismo aveva fatto una scelta diversa, magari anche noi preferiamo avere le macchine senza la scia ma dobbiamo sapere che esiste anche quest’altra possibilità.
E allora, abbiamo aumentato o no la nostra capacità espressiva? Adesso sappiamo esprimerci anche facendo fotografie con le automobili che vengono mosse…
E in più abbiamo scoperto che quando aumenta il numero che c’è dopo la f del valore dell’apertura del diaframma, diminuisce la luminosità della scena. E’ stato questo effetto sovrapposto che ha compensato la sovraesposizione della foto precedente.
Per ora teniamolo a mente, ci torneremo su quando parleremo in particolare di quest’altra regolazione.
Un po’ di teoria del tempo di esposizione
Eccoci arrivati finalmente alla teoria!
Eri abituato a sentire dire : eccoci arrivati finalmente a mettere in pratica quello che abbiamo studiato e invece adesso vogliamo capire meglio quello che abbiamo messo in pratica.
Spero che la parte teorica che vedremo susciti in te una sincera curiosità.
L’otturatore della macchina fotografica
Ebbene sì : tutto quello che c’è da sapere sulla dinamica del tempo di esposizione è legato al funzionamento dell’otturatore della macchina fotografica.
Regolare il tempo di esposizione significa agire sul funzionamento dell’otturatore.
Riprendiamo il processo di creazione di una fotografia :
“Una determinata quantità di luce passa attraverso una lente per un determinato intervallo di tempo e impressiona una superficie fotosensibile.”
Vediamo come è fatta una macchina fotografica :
La luce, attraversa il sistema di lenti (l’obiettivo) e incontra il diaframma che è un ostacolo alla corsa della luce verso la superficie fotosensibile.
Il diaframma ha una grandezza variabile : più è aperto e più luce passa, ma approfondiremo il suo funzionamento quando parleremo della profondità di campo.
L’otturatore è un altro ostacolo ed è una vera e propria tendina che è normalmente chiusa ed impedisce che la luce raggiunga la superficie fotosensibile. Potremmo paragonarlo alle nostre palpebre.
Prova a fare un esperimento.
Mettiti di fronte ad una scena in cui ci siano soggetti in movimento, immagina ancora una volta una strada con delle macchine.
Tieni gli occhi chiusi e apri una sola volta le palpebre in modo rapidissimo e poi richiudile.
Cosa hai visto? Un’immagine istantanea in cui i soggetti erano fermi, perché non hai dato tempo al tuo cervello di registrare i loro movimenti, in quanto hai richiuso subito gli occhi.
Adesso fai la stessa cosa ma tieni le palpebre aperte un po’ più di tempo (qualche millisecondo).
Scommetto che hai visto scorrere le auto ed hai potuto osservarle compiere qualche metro. Tutto quello che hai visto sarebbe stato registrato su un sensore o su un’altra superficie fotosensibile.
Nel primo caso un’immagine fissa, nel secondo un immagine in movimento che in fotografia vuol dire quell’effetto di scia che abbiamo ottenuto prima negli esercizi.
Hai simulato con le tue palpebre il funzionamento e la dinamica di un otturatore e di cosa significa aumentare il tempo di esposizione.
Perché le fotografie scattate con un tempo di esposizione maggiore erano più luminose? Perché restando aperto per più tempo, l’otturatore faceva sì che venisse impressionata più luce.
Ricorda che la luce è sempre in movimento alla pazzesca velocità di trecentomila chilometri al secondo: finché tieni l’otturatore aperto, lei continua a passare.
Adesso ti lascio un link ad un video in cui si vede al rallentatore il funzionamento dell’otturatore di una reflex , è davvero interessante. Quello che devi osservare non è lo specchio che si alza e si abbassa (tipico delle reflex, è da lì che viene il clack di quando si scatta) ma la tendina che si muove sullo sfondo.
Se vuoi approfondire cerca su YouTube : “slow motion camera shutter” e ne troverai degli altri.
Un’ultima cosa : negli smartphone non c’è abbastanza spazio per poter installare un sistema con un otturatore meccanico a tendina. Il tempo di esposizione si riferisce al tempo in cui il sensore resta acceso e registra la luce. Gli effetti sulla fotografia finale sono gli stessi che abbiamo appena visto.
Tutto quello che abbiamo visto in questo post e applicato al tempo di esposizione, fa parte di un manuale di tecnica fotografica di base in cui ci sono anche le parti pratiche e teoriche relative alla profondità di campo e alla sensibilità del sensore.
Se non lo hai già ricevuto iscrivendoti alla mailing list, puoi scaricarlo da questo link e continuare i tuoi esercizi.
Conclusioni
Spero che tu abbia trovato interessante soprattutto la parte finale, a dimostrazione che partendo dalla pratica si riesca a trovare stimoli maggiori allo studio della teoria.
Che cosa abbiamo visto in questo lungo post?
Tanti concetti, cerchiamo di riepilogarli :
- se approfondiamo l’argomento fotografia anche solo un minimo, avremo la possibilità di creare uno scarto importante sugli altri che come noi fanno fotografie ;
- le nozioni di tecnica necessarie per iniziare sono poche ed essenziali, eventuali altri approfondimenti dovranno essere delle nostre scelte personali;
- imparare iniziando dalla pratica rende più piacevole il percorso di miglioramento ed è il miglior stimolo per non abbandonare;
- gli automatismi sono utili ma bisogna capire cosa stanno facendo al posto nostro per poter accrescere la nostra capacità espressiva;
- come si controlla la dinamica dei soggetti di una foto agendo sul tempo di esposizione;
- come funziona l’otturatore di una macchina fotografica.
E ora è arrivato il tuo momento : prova a scattare tu delle foto con lo stesso flusso di lavoro che hai visto prima e inizia a controllare il tempo di esposizione.
Come ti è sembrato questo metodo per imparare la fotografia?
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