La regola dei terzi è fondamentale per fare foto più belle.
Magari stai muovendo i tuoi primi passi nel mondo della fotografia e questa frase è stata il consiglio di un tuo amico.
Oppure sei già un fotografo esperto e ormai sorridi di fronte ad espressioni di questo tipo.
O sei tra quelli che non hanno mai sentito parlare della regola dei terzi…
Lo so che può apparire un argomento noioso o banale, ma non è come sembra.
E soprattutto, non è solo per i principianti.
Conoscere la sua storia ti porterà ad incontrare la sezione aurea, opere d’arte e serie numeriche; e aiuterà chi è agli inizi a fare grandi passi avanti e chi è esperto a comprenderla meglio.
E anche questa volta ci sarà l’occasione per farti fare pratica e toccare con mano i vantaggi che ti porterai a casa.
Ma partiamo dall’inizio…
Un po’ di storia : la regola dei terzi e la sezione aurea
Il tutto nasce tanto tempo fa.
Euclide voleva dividere in due un segmento.
O meglio, voleva trovare quale tra le infinite possibilità di divisione fosse più significativa delle altre.
La prima che gli venne in mente fu di dividerlo a metà : significativa, ma banale…
Dopo lungo pensare concluse che l’unico rapporto interessante, poteva essere quello per cui la lunghezza totale (a+b) fosse in rapporto al segmento più lungo (a) allo stesso modo in cui quest’ultimo (a) era in rapporto al più piccolo (b).
Cioè :




Se si dava ad (a+b) il valore di 1, il numero che esprime quel rapporto era 1,618033…
Da quel momento il numero aureo (o sezione aurea) divenne un riferimento importante per matematica, biologia e arti figurative.
Si definì, ad esempio, il rettangolo aureo, in cui il rapporto dei lati è pari al numero aureo. Ma ci torneremo tra un po’…
(Se volete approfondire vi lascio un link ad un articolo molto interessante).
Ti starai chiedendo : tutto questo cosa c’entra con la fotografia?
Un attimo e ci arriviamo.
La presunta superiorità artistica della sezione aurea
Se passi nel centro di Torino, di sera, non potrai non notare la Mole Antonelliana in tutto il suo splendore. E su uno dei fianchi della sua cupola vedrai una striscia di luce rossa.




Si chiama “Il volo dei numeri” : è un’opera di Mario Merz ed è un omaggio alla serie numerica di Fibonacci.
Questa serie prevede che ogni numero sia la somma dei due precedenti :
1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55… e così via.
Anche nella serie di Fibonacci è nascosto la nostra sezione aurea.
Ti faccio vedere cosa avviene se dividiamo ogni numero per il precedente :
1 / 1 =1
2 / 1 = 2
3 / 2 = 1,5
5 / 3 = 1,666
8 / 5 = 1,6
13 / 8 = 1,625
21 / 13 = 1,615
34 / 21 = 1,619
55 / 34 = 1,617
… e così via. Come vedi, più si procede con la serie e più si tende verso il nostro numero aureo.
Ora, affiancando vari quadrati che hanno come lato i numeri della serie di Fibonacci, si ottiene un rettangolo aureo :




Il rettangolo sopra ha i lati che misurano : 13 e 8, il cui rapporto è : 1,625, molto vicino alla sezione aurea.
Dall’unione dei semicerchi passanti per ognuno dei quadrati si ottiene la spirale aurea.




La sezione aurea nelle opere d’arte
Lo schema appena visto è stato spesso sovrapposto a famose opere d’arte per dimostrare il legame esistente tra l’armonia delle opere e sezione aurea.
Tra le tante , Il Partenone :




La sua facciata è stata ricondotta al rettangolo aureo; la larghezza del rettangolo è stata fatta coincidere con la larghezza massima della copertura, non del basamento.
E se si fosse scelto il basamento come dimensione di riferimento? Tutto sarebbe cambiato, e si sarebbero perse altre corrispondenze.
Se si vuole ricercare per forza un rettangolo aureo all’interno di un’opera basta variare i punti di riferimento.
Addirittura la Gioconda è stata sottoposta a questo tipo di analisi :




Tanti artisti hanno realizzato le proprie opere con schemi compositivi ispirati al rapporto aureo, ma spesso si è cercata l’intenzionalità dove non c’era…
Nella seconda metà dell’ 800 Gustav Fechner, uno psicologo sperimentale, ha voluto verificare scientificamente questa teoria.
Voleva dimostrare attraverso esperimenti su campioni di persone, che la nostra mente fosse naturalmente portata a scegliere figure che contenessero il rapporto aureo.
Dal tempo di Flechner sono stati effettuati diversi studi a riguardo, sempre più precisi e affidabili.
I risultati di questi studi dimostrano che non c’è una tendenza naturale nel preferire i rapporti aurei.
La sezione aurea e il design
Grazie alla mia passione per gli orologi, sono in grado di riportarti un esempio di sezione aurea utilizzata per disegnare uno degli orologi più iconici della storia dell’orologeria.
Si tratta dello Jaeger Lecoultre Reverso e le 4 sezioni che riporto di seguito fanno parte di una campagna pubblicitaria.




NATURA
Nella bellezza della natura e nella sua vera essenza, si nascondono le armonie che connettono le forme organiche più familiari – come le spirali delle conchiglie, la disposizione dei petali dei fiori, la struttura delle pigne – con la maestosità delle galassie e la geometria del centro degli uragani.
Noi siamo istintivamente attratti da queste meraviglie e veniamo ispirati dalla loro bellezza. Ma cosa si nasconde dietro questa magia?
SCIENZA
Ad un certo punto della storia dell’umanità, in un non precisato momento tra l’antica Grecia e il Rinascimento e ancora fino ai giorni nostri, i migliori filosofi e matematici hanno esaminato le mistiche proprietà della bellezza, iniziando ad identificare l’ubiquità di certe proporzioni e iniziando a definire la loro geometria.
Dopo molti secoli, la scienza è arrivata alla matematica formula dell’armonia : 1,618, meglio conosciuta come Phi.
Questa Golden Ratio definisce le proporzioni ideali di forme rettilinee e spirali.
ARTE
Queste proporzioni hanno rappresentato la base per la bellezza creata dall’uomo attraverso le arti, anche prima che venissero definite.
E’ come se l’uomo fosse istintivamente portato a creare bellezza armonica.
Dal Rinascimento vari pensatori hanno definito le proporzioni da rispettare per raggiungere l’estrema bellezza.
Da quel momento, questo elemento ha caratterizzato la storia culturale europea, dell’architettura e dell’arte.
DESIGN
La storia si conclude con il Reverso, che esprime i principi della Golden Ratio con massima eloquenza.
Creato nel 1931 nel pieno dell’ Art Decò, che enfatizzava patterns geometrici e linee pulite, il design originale del Reverso richiama la sezione aurea.
E quelle proporzioni sono conservate anche nelle collezioni attuali.
Distillando la sezione aurea in un oggetto di bellezza e un simbolo culturale, il Reverso è diventato un’icona del design – radicata nella storia, eternamente moderna.
La regola dei terzi come semplificazione della sezione aurea
Abbiamo visto che il rettangolo aureo è quel rettangolo il cui il rapporto tra i lati rappresenta il numero aureo.
Lo schema di composizione che ne deriva è rappresentato dalla divisione in tre zone orizzontali e tre verticali :
Il rapporto tra la larghezza delle fasce più larghe e quelle più strette è il nostro : 1,618033…
Cosa rende questo difficilmente applicabile alla fotografia?
Il classico fotogramma di una pellicola (o di un sensore full frame) misura 24 x 36 mm, e il suo rapporto non è il numero aureo ma 1,5. Valore vicino ma non uguale.
Un fotogramma (non ritagliato) non è un rettangolo aureo.
La regola dei terzi prevede sempre che il rettangolo dell’inquadratura venga suddiviso in tre fasce orizzontali e verticali, ma questa volta le fasce hanno la stessa larghezza e sono equidistanti tra loro e dai bordi.
Ecco come compaiono i due rettangoli sovrapposti :




Il rettangolo fotografico (quello verde) è un po’ più stretto di quello aureo e le fasce centrali sono più larghe.
La maggiore regolarità della suddivisione della regola dei terzi permette anche ragionamenti più veloci in fase di inquadratura del soggetto.
Questo perché la sua forma è più semplice e quindi il nostro cervello tende a richiamarla con maggiore velocità.
Ma c’è dell’altro…
I vantaggi della regola dei terzi in fotografia
Abbiamo visto che gli studi di Fechner e dei suoi colleghi non hanno trovato una corrispondenza regolare tra rapporto aureo e le nostre preferenze naturali.
Resta vero che le regole di composizione basate sulla regola dei terzi e il rapporto aureo sono state diffusamente utilizzate in pittura.
Forse non così diffusamente come alcuni credono, ma di sicuro il nostro cervello ha già visto applicate queste regole di composizione in diverse opere d’arte.




Mi convince di più pensare che l’accostamento tra rapporto aureo e armonia avvenga in virtù di questa abitudine visiva piuttosto che di una innata tendenza naturale.
Questa suggestione sarà senza dubbio più forte in chi ha visto un maggior numero di opere d’arte nella sua vita.
Per quanto riguarda la fotografia, sono certo che sia corretto “copiare” le tecniche di composizione dai pittori.
Il fotografo rispetto ad un pittore ha il vantaggio di riprodurre la realtà con estrema facilità.
Al contrario un pittore è facilitato nelle scelte compositive perchè ha tutto il tempo per studiare le migliori soluzioni. Il fotografo è in preda alla scena e alla scelta della posizione della sua inquadratura.
La regola dei terzi è quindi un ottimo compromesso tra regole compositive consolidate e applicabilità alla fotografia.
Come applicare la regola dei terzi : spostarsi dal centro
All’interno del rettangolo suddiviso secondo la regola dei terzi, riconosciamo 3 elementi fondamentali :
- la sezione aurea
- le linee di forza
- i punti focali




Quando si guarda un’immagine, di solito ci si sofferma rapidamente sulla parte centrale per poi spostarsi sui 4 punti focali.
I punti focali sono punti di attenzione ed è auspicabile che il soggetto venga posizionato su uno di loro. E’ come se la nostra mente se lo aspettasse lì.
Di conseguenza assumono un valore compositivo anche le linee che passano dai punti focali (le linee di forza). Queste rappresentano un secondo riferimento per posizionare gli altri elementi della scena.
Perché evitare di mettere il soggetto al centro?
Perché abbiamo visto che il primo sguardo cade proprio nel centro della foto : se lì c’è già il soggetto, l’occhio si ferma ed evita di esplorare il resto del fotogramma.
La composizione perde di forza e resta molto statica.
Attento però : devi essere anche in grado di andare oltre la regola dei terzi. Poiché è una regola di composizione devi sempre considerarla in alternativa ad altre regole.
Ad esempio, la simmetria è una tecnica compositiva che può dare ottimi risultati. Capisci bene che non è conciliabile con la nostra regola.
Oppure puoi utilizzare altre regole di composizione per guidare lo sguardo dello spettatore, come ad esempio quelle descritte in questo post sulla Street Photography.
Leggere una foto come si legge un libro
Un altro aspetto che devi conoscere è questo : il nostro sguardo si sposta tra i 4 punti focali con un ordine definito.




Hai notato? E’ lo stesso ordine con cui si legge un libro.
E pare che derivi proprio da lì : sembra infatti che noi occidentali tendiamo, dopo la breve sosta nel centro, a percorrere con lo sguardo la fotografia da sinistra verso destra.
Chi legge da destra a sinistra, avrà un comportamento opposto.
Questa è un’informazione da sapere ed eventualmente utilizzare per dare forza alla tua composizione.
La regola dei terzi : 3 casi pratici per esercitarti
E finalmente siamo arrivati alla parte che ci piace di più : quella della pratica.
Per farti esercitare e toccare con mano i vantaggi della regola dei terzi ho scelto per te 3 situazioni facili da riprodurre:
- il ritratto ;
- il paesaggio;
- lo still life.
La regola dei terzi nel ritratto
Parto subito dicendo che esistono alcune regole di composizione che riguardano il ritratto che non prevedono la regola dei terzi.
Quindi non cercare di applicarla ogni volta che ti trovi in questa situazione.
Vediamo un caso dove la sua applicazione migliora la fotografia :
Scommetto che anche a te piace di più la foto di destra. E’ dinamica e più significativa di quella di sinistra.
Analizziamole con la regola dei terzi :
Nella foto di destra il soggetto è perfettamente in asse ad una linea di forza e anche i suoi occhi sono all’altezza della linea superiore.
Devo però farti notare due aspetti.
Il primo è che aver posizionato il soggetto sulla linea di forza di destra è stato dettato dal fatto che il suo sguardo è rivolto verso sinistra. In questi casi, come quando un soggetto si sta muovendo in una direzione, è sempre bene lasciare più spazio vuoto verso la direzione del moto o dello sguardo.
E’ come se gli lasciassimo lo spazio di cui hanno bisogno.
Il posizionamento sulle linee di forza va sempre ragionato perché potrebbe addirittura portarti a commettere errori.
La seconda osservazione è che, in generale, per il ritratto esistono anche altre tecniche di composizione altrettanto valide ma inconciliabili con la regola dei terzi. Ad esempio quella dell’occhio dominante.
Questa tecnica è applicata di solito ai casi in cui il soggetto ritratto stia guardando in macchina e prevede che l’occhio più vicino allo spettatore (occhio dominante) sia posizionato sulla linea verticale al centro della foto.
In questo tipo di composizione sembra che il soggetto ti segua con lo sguardo.
La composizione secondo l’occhio dominante resta più centrata rispetto a quella della regola dei terzi.
Esercizio : fai ritratti ponendo attenzione a tutti gli aspetti che ti ho descritto. Prova a scattare alcune foto volutamente non corrette, con il soggetto perfettamente al centro magari, e subito dopo correggile applicando la regola dei terzi.
Avrai subito la sensazione dei vantaggi che questa tecnica può portare alle tue fotografie.
Se i tuoi soggetti sono degli sconosciuti occhio agli aspetti legati alla privacy. Trovi alcuni approfondimenti in questo post.
La regola dei terzi nel paesaggio
Il paesaggio è forse il genere in cui è più efficace e semplice applicare la regola dei terzi.
In quasi tutte le foto di paesaggio è presente un orizzonte al di sopra del quale inizia il cielo.
Posiziona il tuo orizzonte su una delle linee di forza orizzontali. Anche in questo caso la scelta deve essere fatta in funzione dell’importanza che vuoi dare alle diverse zone della foto.
Se il tuo cielo è particolarmente interessante conviene lasciargli più spazio : il tuo orizzonte sarà quindi sulla linea di forza inferiore.
Guarda questa foto :
Volevo che la fotografia riprendesse l’intera gamma tonale delle sfumature del cielo. Se avessi posizionato l’orizzonte sulla linea superiore, avrei perso tutto la parte azzurra.
Guarda adesso questo altro caso :
E’ un bianco e nero molto contrastato in cui il cielo non ha alcun dettaglio, si potrebbe quasi dire che è un unico campo bianco.
Nella parte inferiore invece troviamo l’unico soggetto (su una linea di forza) e il dettaglio dell’increspatura dell’acqua e dell’ombra del cavallo.
Il cavallo si sta muovendo verso sinistra e per questo è stato posizionato sulla linea di forza di destra.
Esercizio : se non hai modo di fare foto a paesaggi perché magari vivi nel pieno centro della tua città, sicuramente ti tornerà utile il tuo archivio. Le foto delle tue vacanze scommetto sono piene di paesaggi.
Anche in questo caso prova, attraverso dei ritagli, a confrontare foto con e senza la regola dei terzi. Per fare questo su foto di archivio ti consiglio prima di ingrandirle e poi spostarle nell’inquadratura per raggiungere il risultato voluto.
Nel caso dei paesaggi la differenza tra prima e dopo è davvero notevole.
Prova anche a scegliere una foto con un cielo significativo e creane due versioni : quella con l’orizzonte sulla linea di forza in alto e una in corrispondenza di quella in basso.
Poi fermati e nota le differenze. L’ideale, per tutti gli esercizi, sarebbe tornare a guardare le differenze il giorno dopo.
La regola dei terzi nello still-life
Lo still-life è un genere che si presta molto per esercitarsi con regola dei terzi.
Come esempio ti porto due foto che dal punto di vista artistico non passeranno di certo alla storia, ma che mi servono per lanciarti una sfida.
Si tratta di due rappresentazioni in bianco e nero di una tazza e di una candela sul tavolo bianco della mia cucina.
Vediamole prima con la griglia dei terzi :
E adesso senza :
Questa volta il confronto non è tra l’applicazione o meno della regola dei terzi. La variazione consiste nell’aver posizionato i due oggetti in due punti di forza differenti, quindi in tutte e due le foto è applicata la regola dei terzi.
Quale preferisci?
Io la mia scelta l’ho fatta e mi sono accorto che va d’accordo con un’altra regola di composizione di cui parlo in questo post sulla fotografia in bianco e nero.
La sfida che voglio lanciarti è proprio questa : due tecniche di composizione diverse tendono a guidare il nostro occhio all’interno delle foto. Una di queste è la regola dei terzi, e hai appena visto qual è il percorso che tende a far fare al nostro sguardo.
L’altra la trovi nel post che ti ho citato. In una delle foto queste due regole sono in armonia tra loro, nell’altra no.
In quale foto questo avviene? E’ la foto che preferisci?
Non necessariamente due tecniche di composizione si escludono a vicenda : a volte possono essere utilizzate insieme per dare maggiore forza alla fotografia.
Se hai capito a cosa mi riferisco, scrivi nei commenti la risposta…
Esercizio : è molto facile esercitarsi nello still life, perchè sei tu a preparare la scena con tutta la calma di cui hai bisogno. E allora cerca di approfittare di questo vantaggio.
Lavora su più livelli :
- fai foto ad uno stesso soggetto con e senza la regola dei terzi e mettile a confronto;
- prova a giocare con l’ordine di lettura della foto : dai un ordine di importanza a più oggetti (legato magari alla loro dimensione o alla brillantezza del loro colore); poi prova a disporre prima gli oggetti più importanti all’inizio (punto di forza 1) e poi alla fine (punto di forza 4). Quali differenze noti a livello compositivo ? Quali sono le foto che preferisci?
- Scegli una seconda tecnica di composizione e utilizzala insieme alla regola dei terzi. Ad esempio : utilizza delle linee guida per suggerire la direzione dello sguardo durante la lettura. Fai una foto in cui queste sono in armonia con la regola dei terzi e altre in cui sono in contrasto e confronta i risultati.
Conclusioni
Se ne avevi solo sentito parlare, se sei un esperto che già la conosceva o se è stata la prima volta che hai letto della regola dei terzi spero che conoscere le sue origini dalla sezione aurea, imparare quando è opportuno applicarla e quando evitarla, ti abbia fatto fare un importante passo avanti nella conoscenza della composizione fotografica.
Vedrai che gli esercizi sui ritratti, sui paesaggi e sullo still-life ti dimostreranno da subito la forza di questa regola compositiva.
A proposito : sei riuscito a capire in quale delle due foto che ti ho mostrato sopra ci sono due regole di composizione che si rafforzano a vicenda?
Diffondere il sapere è una nobile missione che eleva la dignità e l’animo umano, lo eleva all’intelligenza ed alla visione universale e divina della natura e dell’esistenza stessa. Bravi! Continuate così.